domenica 10 giugno 2012

Una definizione a posteriori

Il termine veleggiare indica l'azione del navigare, del condurre un'imbarcazione a vela, sono numerosi i termini tecnici legati a tale attività. Essa è una pratica molto antica che ha trovato la sua evoluzione insieme all'uomo,  radicandosi nella sua cultura, come testimoniano i numerosi modi di dire connessi a tale azione e le numerose pubblicazioni sul tema in questione. Si è sviluppato parallelamente a tale attività un sistema di orientamento che ha consentito di rendere più sicura la navigazione in mare aperto. Le grandi traversate, le circumnavigazioni e le imprese belliche sono state rese realizzabili grazie ad un solido apparato di operai e tecnici che hanno esercitato la nobile arte della costruzione navale in cantieri specializzati, come avveniva a Venezia già nel XII secolo. Da attività nata per necessità si trasforma in attività di piacere, usata per le crociere o per le competizioni sportive, così nascono nuove tecnologie che alleggeriscono le manovre a bordo e rendono più piacevoli le traversate. Anche le grandi conoscenze sviluppatesi sul campo della meccanica dei fluidi hanno consentito  di realizzare vele sempre più performanti (vedi tecnologia 3DL) che riducessero al minimo le turbolenze in uscita dalla balumina consentono di sfruttare al meglio il vento.

A fianco dei protagonisti...

A fianco dei protagonisti della navigazione a vela, che hanno compiuto importanti imprese di esplorazione e di circumnavigazione, si collocano i grandi cantieri, strutture proto-industriali, che hanno consentito la fabbricazione di galere e galeoni tra questi è sicuramente da nominare l'Arsenale di Venezia, fondato nei primi anni del XII secolo per dare grande impulso alla produzione navale. L'arsenale è la prima delle strutture che sente l'esigenza di passare da una dimensione artigianale ad una "industriale", in cui con la divisione dei compiti  si velocizza e migliora la produzione. 
L'arsenale veneziano fu nominato anche nell'Inferno della Commedia dantesca come si evince dal saggio Storia della Tecnologia di Vittorio Marchis, nel passo si notano i dettagli di descrizione della nave, sottolineando le innovazioni ottenute sulle nuove imbarcazioni.

Una descrizione dell'innovativa strutture dell'arsenale veneziano è fatta in L'espion dans les cours des principes chrétiens, come si evince nel già citato testo di Vittorio Marchis: "In questo luogo, come in un Seminario si istruiscono un'infinità di operai, che sono loro stessi una piccola repubblica. Una parte di essi è occupata per tutto il corso dell'anno a costruire galere, galeazze, pinaces, brigantini ed altri tipi di vascelli, e tutto ciò che ad essi concerne, come alberi, remi ecc.".

giovedì 7 giugno 2012

Brevetti

Brevetto tecnologia 3DL (1992): http://www.freepatentsonline.com/5097784.pdf

Brevetto winch (1972)   http://www.freepatentsonline.com/3670589.pdf

La tecnologia nella vela: Winch



Il winch è un tipo di verricello di modeste dimensioni, usato nelle imbarcazioni a vela. Esso è formato da un cilindro ad asse verticale, che avvolge la cima sulla quale è applicato il carico, e viene fatto ruotare da un ingranaggio che moltiplica la forza di entrata. Per rendere più agevole la regolazione oltre che con la tensione della cima, il sistema può ruotare tramite una maniglia orizzontale.
Il suo utilizzo ha facilitato molte operazioni a bordo infatti esso demoltiplica la forza esercitata da scotte e drizze, permettendo di cazzare più facilmente e con minor fatica, così da rendere più precise le regolazioni.
L'introduzione di questo strumento ha consentito di alleviare la fatica in barca e di diminuire il numero di membri nell'equipaggio.
Oggi ne esistono di diversi tipi, i più moderni sono quelli elettrici usati per lo più nelle barche da crociera per rendere ancora più confortevole la traversata.
Propongo un video promozionale di un winch moderno commercializzato dalla nota azienda Harken.



lunedì 4 giugno 2012

Tecnologia 3DL




La nuova tecnologia 3DL è una particolare tecnica per fabbricare le vele che consiste in una laminazione in tre dimensioni. Dal 1995 è ampiamente utilizzata in Coppa America, assicura caratteristiche quali durata, leggerezza e prestazioni delle vele.
Questa performance si ottiene grazie alla confezionatura tutta in unico pezzo 
e dunque assenza totale di giunzioni critiche, è realizzata su uno stampo tridimensionale. Il processo di realizzazione di una vela 3DL è strettamente connesso alla fase di progettazione, poiché uno speciale computer traduce fedelmente le informazioni provenienti dai software in istruzioni per lo stampo e per la disposizione dei fili nella vela. 

Cura particolare è dedicata anche alla scelta dei materiali: in sostituzione alla trama convenzionale si utilizzano due pellicole di laminato al cui interno corrono ininterrotte su tutta la lunghezza della vela fibre di poliestere, aramide, polietilene o carbonio. 

Le fibre sono concentrate nei punti di sforzo maggiore, garantendo una notevole efficienza strutturale che permette di ridurre i cambi di vela e l'inventario a bordo. Speciali attrezzature consolidano il materiale attraverso termosaldatura e aspirazione dell'aria, ottenendo così un laminato leggero, resistente e tridimensionale che rispetta tutti gli input ricevuti dai software di progettazione. 

domenica 3 giugno 2012

Orientarsi nei secoli

Le fonti non ci danno alcuna informazione sull'uso di carte nautiche nel mondo antico, ciò ci fa supporre che per i viaggi di altura, fuori dal raggio di visibilità della terra, la coscienza della posizione dell'imbarcazione veniva percepita dall'accumularsi di alcuni fattori, quali la durata del viaggio, le condizioni meteo, l'esperienza dei naviganti. Solo in presenza di alcuni punti  particolarmente noti quali promontori, capi era possibile stimare con certa precisione la posizione dell'imbarcazione.
Il promontorio del Circeo; 
importante punto di riferimento per i marinai  antichi
L'uso dei riferimenti astronomici è ampiamente documentato dalle fonti storiche.
Come si evince da "Storia delle Macchine" di Vittorio Marchis, fin dal mondo greco si diffuse l'astrolabio, strumento scientifico che consentiva la misurazione dell'altezza delle stelle sull'orizzonte e la valutazione dell'ora astronomica, fu molto utilizzato nella navigazione.

Gli antichi prestarono attenzione anche allo studio della direzione dei venti creando una vera e propria mappatura dei venti, nota come "rosa  dei venti", le cui prime notizie risalgono ai poemi omerici; per i Greci, le prime rose dei venti usate avevano quattro punte corrispondenti ai quattro punti cardinali che poi aumentarono ad otto quanti sono i venti principali.
Quindici secoli fa i Cinesi inventarono la prima bussola, composta da un pezzo di magnetite sospesa ad un filo; ma fu solo nel 1600 che l'Inglese William Gilbert riuscì a spiegare il funzionamento della bussola, affermando che "tutta la Terra è un grosso magnete".


Bussola antica conservata al Museo Navale di Genova-Pegli
L'evoluzione del sistema di orientamento ha  compiuto dei passi enormi, già nel 1967 fu reso disponibile all'uso civile il primo sistema di navigazione basato sui una flotta di satelliti statunitensi (Transit), tale sistema consentì alle imbarcazioni di determinare la propria posizione in mare in qualsiasi condizione meteorologica.
Il sistema Transit venne reso obsoleto dall'introduzione del Global Positioning System (GPS) e cessò il servizio di posizionamento nel 1996.


GPS: map navigator